Storia e tradizione della Palla EH!
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Prima degli anni '80 avevamo sempre pensato che il gioco della Palla Eh! facesse parte soltanto della tradizione cicianese e dei paesi partecipanti ai tornei della zona, anzi, per la verità non ci eravamo neanche posti il problema. Ma in quegli anni venimmo a conoscenza del fatto che questo gioco aveva una diffusione ben maggiore in ambito europeo, infatti, talvolta con qualche variante minore, lo stesso gioco è giocato in Belgio, in Olanda, in Spagna, in Svezia e Danimarca, in Francia ed in Sudamerica.
Anche le notizie sulle origini del gioco si limitavano ai ricordi dei nostri nonni e non ci si immaginava certo che fin dall'antichità i Romani si dilettassero con questo gioco popolare, anche se purtroppo non sappiamo con quali regole. Non solo, ma i Romani lo avevano copiato dai Greci. Tra le varianti conosciute del gioco dei Romani troviamo il FOLLIS (pallone di pelle conciata, pieno d'aria), la PILA TRIGONALIS ovvero PALLA TRIANGOLARE (così chiamata per la disposizione dei giocatori o per la forma triangolare del campo), la PILA PAGANICA o PALLA CAMPESTRE (definita così perché si giocava in campagna) in cui la palla veniva riempita di piume, e l'HARPASTUM ovvero LO STRAPPO (che portava questo nome perché i giocatori probabilmente si "strappavano" a vicenda una palla piccola di cuoio).
Inizialmente era solo una sequenza di palleggi senza particolari astuzie, ma poco a poco divenne un gioco di finte e di strategie per battere l'avversario, fino a quando fu stabilita la regola che per vincere bisognava rinviare la palla oltre i limiti del campo. Il gioco fu ripreso da Spagnoli ed Arabi, ma sempre più spesso veniva praticato con uno strumento invece che con le mani. Infatti il termine arabo per il gioco era RÀHAT, che significava "palmo della mano", e questo termine si trasformerà successivamente nella parola RACCHETTA di oggi. Dal gioco della palla, praticato con uno strumento, probabilmente derivano l'odierno polo, il baseball e la pelota moderna.
In Francia si sono ritrovate alcune illustrazioni del 1300 che mostrano un campo diviso in due da una corda o da una striscia disegnata, e una palla cucita a quattro spicchi di cuoio; questo gioco si chiamava JEU DE PAUME, ovvero giocato con il palmo della mano, ed era il vero antenato della nostra Palla EH!. Era praticato da ecclesiastici di ogni grado, dai nobili in tutte le corti e persino dalle donne quando ne erano capaci. Si giocava in un campo di forma rettangolare, con una corda tesa a metà del campo, in cui si colpiva una palla di cuoio riempita di pelo di cane (secondo l'ordinanza di Luigi 11° del 1480, sia con il palmo che con il dorso della mano.
Successivamente, l'eventuale uso delle racchette, fece del JEU DE PAUME il precursore del TENNIS odierno. Il gioco assumerà sempre più i caratteri del TENNIS odierno, con l'adozione fissa delle racchette e della rete alta di corde intrecciate a metà campo. In Inghilterra il JEU DE PAUME arrivò nel 1300 circa, portato dai cavalieri che accompagnavano Maria de Couci, la figlia di Eguerrand di Piccardia, dal suo sposo Alessabdro III re di Scozia. Ma la certezza che vi si giocasse ci viene dai vari poemi di Willie The Sweet, di Shakespeare e di Chaucer, i quali usano parole come TENNIS BALL, TENETZ ed altri termini per le CACCE ed i punti. "TENETZ" significa "PRENDETE!" e deriva da "TENEO", che significa "PRENDERE" in latino. Qundi, in realtà, la parola TENNIS sarebbe nato come termine latino, per poi essersi corrotto in Inglese, passando da TENETZ, a TYNES, a TENYSE, fino a TENNIS.
L'evoluzione del gioco fu più o meno la stessa: si giocò all'inizio a mano nuda, successivamente ricoperta di strisce di cuoio, poi calzata da un guanto, per arrivare infine alla racchetta. Nel 1500, in Italia, si parlava di un gioco in tutto simile al JEU DE PAUME francese, ma che si chiamava TENES, di cui non sappiamo l'origine certa, ma probabilmente era quel gioco che oggi il Prof. Roger Morgan chiama Real-Tennis ed era praticato nelle corti feudali e nei monasteri del Medio Evo. Si poteva giocare con il palmo della mano o con la racchetta, e veniva giocato nelle corti ma anche nelle strade, dagli artigiani dopo il lavoro. Occorreva che qualcuno codificasse le regole del gioco, e quel qualcuno fu Antonio Scaino da Salò, il quale si recò a Padova alla corte degli Este, dove si giocava accanitamente.
Scaino ci parla delle diverse varietà di gioco con la palla, e anche dei diversi strumenti utilizzati. Ci parla di una palla "soda, ripiena di pelo di lana", oppure di una "palla a vento, di spirito dentro piena", ovvero vuota e gonfiata, che poteva essere colpita con il palmo della mano o con un pugno ferrato o, ancora, con una racchetta. Inoltre si poteva giocare "alla distesa", ossia all'aperto, o con la corda o la rete divisoria in luoghi chiusi o coperti.
Scaino ed altri erano maggiormente favorevoli al gioco con la racchetta, perché "le scaramucce [palleggi] più a lungo in questo gioco [di racchetta] che nell'altro possono durare", e anche perché "il gioco di racchetta non fa ingrossar la mano, come l'altro [di mano], che sì spesso è forzato il giocatore per doglia a lasciare il gioco". Infatti, il gioco della palla a mano rimase confinato in provincia, mentre in città venne rimpiazzato dal più comodo gioco con la racchetta.
Scaino, nel suo trattato, descrive i vari campi recintati, per poi proporne alcuni di misure standard, da cui derivano i moderni campi da tennis e non certo il nostro gioco della Palla EH!, che viene praticato nelle strade del paese, comunque esse siano. Oggi il battitore, colui che manda, si lancia la palla in aria e la colpisce con il palmo della mano; a quei tempi invece, quando la palla era un po' grande e la si colpiva con un bracciale, poteva capitare che ci fosse qualcuno con il compito di lanciare la palla per il battitore, il quale la colpiva. Talvolta, era addirittura un avversario a passargli, o "servirgli", la palla.
La parte che batteva veniva definita "in difesa" e la battuta era un servizio reso al ribattitore, che era il vero attaccante. Solo nel 1800, la battuta diventò una vera e propria arma d'attacco. Colui che ribatteva poteva colpire la palla "a balzo" o "al volo". Il punteggio delle partite non era molto dissimile da quello attuale del Tennis, seppure complicato dalle cacce, come quello della nostra Palla EH!; le cacce non erano segnate a terra con un gesso, come oggi, ma semplicemente lasciando la palla dove si era fermata e si vinceva la caccia tirata se si riusciva a mandare la palla oltre il luogo nel quale era stata fermata la precedente. Ogni punto aveva il valore di 15, quindi si arrivava a 30 e poi a 45, che poi è diventato 40. Quando una delle due squadre arrivava a 45, si diceva che si trovava "a una", e cioè le mancava una caccia per imporsi sull'avversario.
La diversa attribuzione dei 15 conduce a "tre sorti di vittoria, la semplice, la doppia e la rabbiosa". Nella vittoria detta "semplice", entrambi i contendenti si attribuiscono punti, e, alla fine, il vincitore prevale con almeno due punti di vantaggio. Nella vittoria "doppia", il vincitore segna quattro punti a zero, e acquista così due gradi di vittoria. Infine, nella vittoria "rabbiosa o triplice", il giocatore in vantaggio di 3 cacce, e cioè quando sta 45 a zero, ne subisce 5 di fila dall'avversario, e questo exploit porta il vincitore a tre gradi di premio. E' una trovata piena di giustizia e di humour, quella di punire uno che, da 45, non solo non sa concludere, ma si fa addirittura battere; dice Scaino che "veggendosi poi in tratto perder cinque cacce e il giuoco insieme, senza poter trarre il fiato o fermare il piede, come magnanimo, o di gran core, vinto da dolore o da vergogna, divien come furibondo o insensato. E pochi ve ne sono invero, che non entrino come in rabbiosa e strana disperazione".
Verso il 1600 il JEU DE PAUME incontra una forte decadenza: i giocatori bevevano, scommettevano, facevano risse, terminavano le partire con gli abiti laceri, non erano insomma più così virtuosi e portarono al degrado questa lontana tradizione. Nei campi da gioco, dopo le partite, venivano rappresentate delle commedie, che per il proprietario del campo erano un affare molto più vantaggioso.
Avendo ripercorso sommariamente le tracce di questo gioco, in quasi tutte le sue evoluzioni, possiamo comunque affermare che la Palla EH! non ha subito cambiamenti dalle sue origini. Se in altre regioni, e in altre epoche, il gioco si è evoluto diventando, come abbiamo visto, qualcosa di diverso da quello originale, a Ciciano, così come negli altri paesi della zona, esso è rimasto invariato dall'antichità ai nostri giorni.